Nel secolo scorso l'età senile era vista come l'età del decadimento delle funzioni psicologiche e biologiche, ma a fronte delle nuove scoperte, tra cui il fattore nervoso di crescita, scoperto dalla Montalcini, il quale è una proteina responsabile dello sviluppo del sistema nervoso centrale anche in età molto avanzata; si è notato che non solo le funzioni possono tranquillamente essere conservate, ma che addirittura alcune sono potenziate, soprattutto tra quelle psicologiche, tra queste abbiamo per esempio la saggezza e la creatività.

LA CREATIVITA'
Del resto la creatività per i senescenti diventa una qualità necessaria per fare fronte sia al loro corpo che cambia sia al mondo che cambia. Infatti l'anziano è provvisto di una creatività intrinseca in quanto ha la grande capacità di vicariare i deficit a cui deve far fronte utilizzando altre capacità che spesso si verificano essere delle capacità nuove che subentrano. Per esempio l'anziano riesce a sopperire alle sue carenze psicomotorie con la scoperta di qualità quali l'impegno, la prudenza, la continuità, nonché altre qualità rimaste latenti durante tutta la vita e che solo ora hanno modo di esprimersi. Questo è il periodo in cui anche l'anziano meno fantasioso in gioventù, scopre la sua creatività.
Per quanto riguarda il rallentamento dei processi mentali dell'anziano, va notato che una ridotta rapidità non si accompagna ad una ridotta qualità, anzi gli anziani si può dire che tendano verso l'acutizzazione delle loro potenzialità. Spieghiamo il perché.
Nel momento in cui nasciamo noi abbiamo la possibilità di sperimentare moltissime potenzialità, questa sperimentazione dura per molti anni finché la nostra mente fa una selezione e conserva le potenzialità più importanti o ne acquisisce di nuove più congeniali e utili, ad esempio i bambini nascono tutti con il potenziale di poter riconoscere i diversi tipi di neve, ma solo gli eschimesi riusciranno a riconoscerne più di 100. Una volta che vi è stata questa selezione il potenziale rimanente viene specializzato a livelli ottimali, finché avvengono altre selezioni e altri subentri che fanno sì che il potenziale selezionato come rimanente venga sviluppato sempre più, e così via, fino a livelli eccezionali, fino a diventare dei “geni” su di un determinato potenziale che ci appartiene. E solitamente sono le cose che più spesso si fanno o che più spesso fa il senescente a perfezionarsi sempre più, questo è anche di grande utilità per la persona.
Praticamente è come se all'inizio sapessimo fare poco di tutto e poi con gli anni tralasciassimo le cose per noi meno importanti, ne cercassimo altre più utili, per specializzarci sempre al meglio su determinate cose che riempiono i nostri giorni.
Per questi motivi ormai gli studiosi sono d'accordo nel sostenere che la vecchiaia sia la concentrazione e l'approfondimento di un'area precisa su cui si determina l'essenza del vivere dell'anziano, processo chiamato ottimizzazione selettiva.
Stiamo quindi incominciando a capire come non bisognerebbe più riportare questo periodo come un periodo che incuta ansia e paura, né come un periodo in cui si assumono posizioni secondarie e subordinate, ma come un momento importantissimo dell'esistenza, come una fase, quella della terza età altrettanto importante se non di più rispetto a quella evolutiva, della adolescenza e dell'età adulta.
La vecchiaia è una parte integrante della propria vita, unica e irripetibile con una sua grandissima importanza, anzi se questa fase non viene sfruttata al meglio si trasforma in un'opportunità grandiosa che viene sprecata, l'opportunità del completare la più grande opera che abbiamo in mano, ovvero quell'opera che è la propria persona.
La vecchiaia è infatti il momento in cui si può dare un senso alla propria vita, anzi solo invecchiando si può dare questo senso in modo completo e reale, quindi è una occasione straordinaria.
Ogni fase ha una sua importanza, quella evolutiva ci prepara ai primi passi nel mondo, quella adolescenziale alla nascita della sessualità, quella adulta alla realizzazione personale e quella della terza età alla ricerca del reale senso della propria vita, diventando così la perfezione massima della nostra identità, sfruttare al meglio la propria vecchiaia, è probabilmente quello l'incontro con Dio, o per dirla in altri termini il raggiungimento del nirvana.
Ecco come la vecchiaia fa sempre meno paura; allora impariamo anche a viverla al massimo.
Una delle migliori soluzioni che porta il senescente a ricomprendere il proprio valore e a cambiare i pensieri negativi dovuti agli stereotipi su di sé, è l'espressione della propria creatività, dicevamo infatti che questa è una prerogativa della senescenza.
Eppur quando si parla di anziani si tende a parlare di persone che non hanno sentimenti, desideri, emozioni, interessi e creatività, invece le ricerche hanno dimostrato che gli anziani sanno in realtà essere molto intraprendenti e creativi, oltre ad essere incredibilmente sensibili e pieni di emozioni e sentimenti, siano essi negativi o positivi, questi sono presenti e molto forti.
La coloratura intensa dei loro sentimenti e delle loro emozioni, unite alla mancanza di impegni dà l' opportunità a queste persone di rinascere e di rivalorizzarsi.
L'anziano ha la possibilità di vivere il tempo secondo le proprie aspirazioni e creatività, ed esprimere la propria creatività è proprio il modo migliore che l'uomo ha per trovare (o ritrovare) se stesso; addirittura l'uomo ha la sensazione di scoprire il senso della sua esistenza attraverso la produzione creativa.
Abbiamo già detto come la creatività sia una prerogativa di ogni anziano, sia di quelli già creativi in passato, sia di quelli che non lo erano, inoltre si è ormai scoperto che le funzioni mentali superiori, tra cui appunto la creatività e la fantasia, rimangono sempre vivide nell'anziano e se l'ambiente è favorevole e non limitante o svalutante, esse possono essere pienamente sfruttate. Addirittura la consapevolezza di poter essere creativi trasforma l'anziano non creativo in creativo.
Spessissimo capita che anche l'artista talentuoso e già conosciuto esprime al massimo la propria creatività in senescenza e quindi crei la sua opera migliore, o una delle migliori, proprio nella vecchiaia; siamo pieni di esempi a sostegno di tale affermazione, si pensi a Goethe, a Verdi, a Kurosawa, a Chaplin e a Bergman. Questo perché nella vecchiaia si possono organizzare meglio le idee, e si è ormai potuto imparare dall'esperienza delle opere passate. Capita anche che uomini che avevano perso la creatività strada facendo, probabilmente a causa dell'impegno per il lavoro, poi ritrovino la loro creatività in età senile e che questa sia addirittura di maggior livello rispetto a quella precedente, pur senza essere stata coltivata durante gli anni in cui si lavorava.
Inoltre la produzione creativa ha il pregio di poter essere espressa da tutti, anche da coloro con menomazioni fisiche o psichiche, e anche da coloro che hanno limitazioni multiple. Anzi spesso le menomazioni divengono la modalità di espressione della propria produzione artistica, spesso sono proprio i deficit a rendere particolare e notevole la propria arte, vi è ad esempio molta produzione artistica di aterosclerotici davvero di grande livello, la cui grandezza è dipesa proprio dall'influenza della malattia.
Sosteneva Heri Matisse “La nostra forza risiede nelle nostre debolezze; quelle che noi consideriamo le nostre debolezze spesso diventano le nostre forze”.
Oltretutto è provato che si hanno dei miglioramenti nelle proprie malattie, proprio grazie alla creatività.
Lo sviluppare la propria creatività sembra essere un fattore indispensabile per riuscire a vivere pienamente la propria senescenza, è uno dei fattori che la rende migliore. Infatti nella produzione creativa l'anziano, come ogni artista, esprime le proprie sofferenze e preoccupazioni subliminandole e allontanandole da sé.
Ma forse sarebbe più corretto dire che la creatività sembra essere un fattore indispensabile per continuare a nascere, infatti la nascita della persona dura tutta la vita, compresa la vecchiaia, che è il momento più importante perché è quello in cui si può realmente definire la propria nascita, altrimenti sarebbe come non essere mai nati, non fino in fondo. A questo proposito è doveroso citare Erich Fromm il quale sosteneva “Essere creativi significa considerare tutto il processo vitale come un processo della nascita e non interpretare ogni fase della vita come una fase finale. Molti muoiono senza essere mai nati completamente. Creatività significa aver portato a termine la propria nascita prima di morire”

MENTE SANA IN CORPO SANO
Ma oltre alla creatività un altro modo per nascere è nutrire la propria anima e il proprio intelletto con cultura e conoscenza, in una frase, soddisfare le proprie curiosità.
E' ovvio che di imparare non si smette mai, eppure molte persone ad un certo punto credono di non averne più bisogno; una mente che non ferma la propria curiosità e che è ancora aperta al processo conoscitivo è una mente più sana e serena, è una mente che non sente la paura di invecchiare.
Già Cicerone e Aristotele capirono quanto fosse importante per i senescenti mettersi a studiare o continuare a studiare, infatti Cicerone sosteneva che gli studi rallegrassero la vecchiaia e Aristotele che questi prevenissero un suo decadimento.
Sulle idee dei due filosofi sono nati infatti moltissimi circoli culturali, università degli adulti e della terza età, centri e associazioni il cui intento è proprio dare istruzione e svago all'anziano così da fare in modo che si tenga attivo mentalmente e contemporaneamente si possa svagare e sentirsi in compagnia. Questi luoghi sono un modo per occupare al meglio il proprio tempo in modo attivo, si può scegliere di imparare e si è liberi di imparare quello che meglio si crede.
Ma non è obbligatorio frequentare questi centri per continuare il proprio percorso conoscitivo, ora vi sono tanti modi per continuare a sfamare la propria curiosità. Ad esempio leggere libri, viaggiare, navigare in internet, andare per mostre e musei. Quello che però in più hanno i centri di aggregazione dedicati agli adulti e ai senescenti è la possibilità di creare nuove conoscenze, amicizie e anche nuove storie d'amore. Sfatiamo quindi un falso stereotipo, quello degli anziani che non si innamorano più: ci si innamora a qualsiasi età e l'amore è sempre una cosa meravigliosa.
Però attenzione, è vero che questi centri hanno notevoli qualità positive, ma è anche vero che il troppo stroppia, in questo senso si vuole suggerire agli anziani stessi di non ghettizzarsi, di non fare setta a parte, frequentare questi centri è una cosa ottima, ma sbagliato potrebbe diventare il frequentare solo questi quando si ha l'opportunità e la possibilità di fare anche altro.
Ma dicevano gli antichi mente sana in corpo sano quindi oltre alla cultura dell'intelletto non dimentichiamoci del movimento, è stato infatti provato che l'attività fisica durante la senescenza influenza positivamente le abilità cognitive, infatti rende più forte l'intelletto riducendo i possibili scompensi cognitivi. Inoltre l'attività fisica senile migliora anche le funzioni affettive portando effetti benefici sulla psiche, riducendo possibili stati depressivi dovuti appunto alla paura della vecchiaia.
L'attività fisica nella senescenza promuove anche la propria autostima e la propria dignità. L'anziano ha una sensazione di maggiore auto-efficacia e si sente più sicuro di sé e di quello che fa, effettivamente un anziano preparato fisicamente, è un anziano con meno probabilità di farsi del male e che oltretutto ha una maggiore capacità di ripresa in caso di incidente o operazione, in questo senso l'anziano ha anche meno paura di cadere o farsi male proprio perché sente di essere in forma.
L'attività fisica per l'anziano ha inoltre anche un valore preventivo, riduce la pressione in quanto si ossigena meglio il sangue, riducendo quindi anche l'aerosclerosi; e nelle donne addirittura aumenta la densità nelle ossa e riduce la perdita di calcio.E sempre parlando di donne, coloro che fanno attività fisica hanno un più alto gradimento del loro corpo rispetto alle donne inattive, al di là della loro età o della loro reale forma fisica. Ma in realtà anche gli uomini sportivi sentono una maggiore dignità riguardo al loro corpo rispetto a quelli non sportivi.
Quindi l'attività fisica è importante in diversissimi aspetti: quello cognitivo, morale, affettivo e sociale. Tutto questo rende l'esercizio non solo importante di per sé, ma anche per quello che provoca a livello laterale, stimolando gli anziani anche in altri campi. Ad esempio dato che l'esercizio fisico fa diminuire la paura e la depressione, un anziano non depresso ha anche più voglia di organizzarsi la vita, di darsi scopi e obiettivi.
Un altro esempio, le persone anziane sportive poiché si sentono più sicure di sé hanno meno paura di uscire e di avere vita sociale, di svagarsi e divertirsi.
Certo è vero che lo sport e la capacità di movimento e di elasticità sono soggettive a prescindere dall'età e dalla preparazione, ed è anche ovvio che per nessuno, giovane o vecchio che sia, possa essere prudente buttarsi nella attività sportiva direttamente dallo scalino più alto, e senza l'aiuto di un trainer o di un programma ginnico oculato; ma è inutile aver paura di muoversi, è certamente possibile trovare un programma adeguato ad ognuno, per qualsiasi tipo di sport si voglia intraprendere. Per quanto riguarda i senescenti ultimamente si è arrivati a comprendere come, in modo graduale, l'anziano (che decida di intraprendere l'attività sportiva) possa arrivare a compiere movimenti altamente complessi per qualsiasi persona non sportiva.
L'anziano inattivo e sedentario è tale a causa della cultura che lo spinge ad essere così e che rendendolo in tal modo a livello stereotipico l'ha reso di conseguenza anche meno forte e più pauroso nello sperimentare la propria forza, proprio come una profezia che si autodetermina; ma in realtà in ogni momento è possibile invertire la rotta pianificando un programma adeguato. Purtroppo però la cultura moderna impregnata sui soldi e sull'agonismo ha scoraggiato l'avvicinamento degli anziani allo sport, è forse questo il primo ostacolo da superare!

ALTRE SOLUZIONI
Di utilità multipla, a chi la fa e a chi la riceve, può essere il dedicarsi a opere di volontariato. Questo è valido per tutti, per i giovani, per gli adulti e per gli anziani.
Per quanto riguarda questi ultimi in particolare dedicarsi al volontariato può farli sentire più utili, meno esclusi o emarginati, meno impauriti per la loro età e per la loro situazione; la perdita di status che si cominciava a sentire dopo la pensione, non viene più sofferta, l'anziano sente di avere un nuovo valore, sente che vi è qualcuno per cui la sua presenza è molto importane se non indispensabile. L'anziano così, grazie al volontariato, ritrova un ruolo nella società, un ruolo con il quale identificarsi, un ruolo che lo definisca o ridefinisca.
Inoltre svolgere attività di volontariato migliora le persone, l'anziano che si dedica al volontariato vedrà la sua personalità come giungere ad un ulteriore maturazione, infatti il volontariato porta a rendere il proprio pensiero meno rigido, e meno egocentrato. Da queste parole si comprende ancora come non si finisca mai di crescere, mai di imparare, mai di cambiare e mai di maturare.
Tra i vari tipi di volontariato uno particolarmente gratificante potrebbe essere quello rivolto proprio agli anziani meno fortunati, aiutare gli altri anziani non solo può far sentire il senescente migliore, ma lo aiuta a rendersi conto della sua situazione rosea e ad averne meno paura.
Infine vi è un'ultima questione importante a mio parere che riguarda la vecchiaia, più che altro un'altra occasione che ci viene data per renderla straordinaria e senza paura, il darsi uno scopo, magari risistemando varie cose della propria vita rimaste irrisolte e correggendo gli errori commessi nel passato. Vista in quest'ottica la vecchiaia diventa un’ opportunità fantastica e assume uno scopo vero e proprio, esattamente come, lo dicevamo prima, gli altri periodi della vita, in questo senso la vecchiaia trova un suo collocamento.
La Terza età è quindi una fase importantissima che va sfruttata in pieno, senza paura.
Ogni anziano dovrebbe viverla con uno scopo ben preciso e farsi prendere da questa ricerca con trasporto così verrà l'impegno e così si troverà un altro ruolo importantissimo da assumere.
La ricerca attiva di questa soluzione può far sentire gli anziani più sereni, proprio perché hanno qualcosa che li riguarda da vicino su cui concentrarsi, e può aiutare il senescente a stare meglio con se stesso.
Prendere coscienza dalla possibilità di poter migliorare la propria vita, di poter correggere i propri errori o di poter riprendere questioni lasciate in sospeso, fa progredire l'anziano verso una migliore condizione anche della vita attuale, quindi correggere gli errori del passato aiuta a correggere gli errori del presente. Del resto spesso la questione da risolvere è proprio un miglioramento del proprio carattere o del proprio comportamento.
Ma non bisogna stare in ansia con la paura che non ci sia abbastanza tempo per correggere determinati grandi errori o per chiudere enormi questioni lasciate irrisolte, la soluzione di questi è proprio nel tentativo di correggerli.
Inoltre se non ci faremo portare fuori strada dalla paura e dai timori, ci accorgeremo che è un processo del tutto naturale la soluzione degli stessi, proprio come è naturale il processo della vecchiaia.
Non dovremo quindi riflettere terrorizzati su frasi del tipo “oddio, come devo fare per rimediare?”. Dovremo semplicemente seguire attivamente il flusso degli eventi, solo così ci accorgeremo che rimanendo vigili e attivi, ma senza paure e preoccupazioni, le cose pian piano arriveranno.
Concentrarci sulle nostre paure, ci renderà solo troppo distratti e preoccupati per arrivare alla nostra opera perfetta, allo stesso modo cercare di risolvere tutto in maniera troppo frettolosa potrebbe paradossalmente non farci riuscire a trovare una vera soluzione.
Una volta che si è arrivati a comprendere questo la vecchiaia, e tutto ciò che questa comprende, non fa più paura, perché fa parte del nostro processo di vita e maturazione, fino ad arrivare a quell'opera perfetta che siamo noi.
A questo punto non ha più senso stare lì con la paura di invecchiare o dell'essere vecchi, non ha più senso credere di avere motivi per piangersi addosso né comportarsi come individui rassegnati e senza tempo, anzi di tempo ora ce ne è a bizzeffe ed è tutto da utilizzare al meglio.
Se utilizzare il proprio tempo al meglio è un imperativo per tutti, per l'anziano lo è ancora di più, ovviamente rispettando i gusti e le inclinazioni personali. Perché al di la di quello che lo stereotipo dell'anziano suggerisce, ogni anziano in realtà è unico. La persona divenuta senescente (socialmente parlando, non lo si dimentichi) non acquisisce di fatto l'omologazione a tutte le altre persone divenute tali.
E' quindi impossibile dare una soluzione che vada bene per tutti, si può solo suggerire qualche linea guida per far sì che le persone abbiano degli spunti, delle direzioni in cui muoversi nell’abbattimento delle loro paure e nella ricerca della loro senescenza straordinaria.
Effettivamente esistono moltissime attività che il senescente potrebbe fare nel suo tempo libero così da sfruttarlo al meglio, qui ne sono solo stati riportati i principi.
Se siamo fortunati la vecchiaia arriverà, disprezzarla la renderà difficile, rinnegarla vorrebbe dire morire dentro, averne paura vorrebbe dire pentirci irrimediabilmente dello spreco.
Abbattiamo gli stereotipi e agiamo, la vecchiaia con un sorriso, può diventare il capitolo più bello della nostra vita.

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