12 Giu 2011

Il termine Ruolo deriva dalla parola latina rotulus che vuol dire copione. In psicologia il concetto di ruolo non differisce molto, infatti esso sta ad indicare quell'insieme di caratteristiche e azioni che sono inerenti ad una persona in una determinata situazione o posizione, stabile o occasionale.
E' come un personaggio assegnato (o autoassegnato) ad un attore, con un copione per gran parte già scritto, con caratteristiche da rispettare e aspettative da non deludere.
Ovviamente non esiste attore che abbia impersonato un solo ruolo nella propria vita, certo ci sono quelli preferiti o che riescono meglio, ma è impossibile passare da un film all'altro o da una scena all'altra della nostra vita, senza cambiare almeno in parte ruolo.
Come ogni bravo attore dobbiamo dunque calarci al meglio nella parte. Questo non vorrà dire fingere di essere qualcosa che non si è, dopotutto siamo sempre noi l'involucro del nostro personaggio, starà a noi interpretarlo e metterlo in scena, seguendo ciò che abbiamo inteso o voluto intendere per questa parte.
Dunque il ruolo è una sorta di copione di cui dispone un individuo che si trova in una determinata posizione sociale, in un determinato contesto e in una determinata società; questo vuol dire che tale copione contiene le norme istituzionali e le aspettative a questo strettamente legate.
L’uomo produce se stesso in una società che lo produce, cioè che gli dà le carte da utilizzare nell’esecuzione dei suoi ruoli; infatti essa dispone l'individuo delle basi stereotipate dei diversi ruoli che in questa si possono assumere (sia come metterli in atto, sia come giudicarli), così che in ogni ruolo nel quale ci addentreremo, in un attimo troveremo un “abito” adatto a noi.
Ed ecco che nell’eseguire il ruolo, qualsiasi individuo, anche il più controtendente, non potrà non tener conto del significato sociale che ha questo nella sua società, delle caratteristiche che in questo sono viste, della compatibilità con la situazione e/o le situazioni che gli si presentano, ecc.; infatti anche l’individuo che ha come immagine di sé quella dell’uomo libero, dovrà mettere in scena questo personaggio comportandosi nei modi in cui la società designa che si debbano comportare le persone che vestono questo ruolo.
Nel bagaglio culturale di ogni società ci sono infatti già iscritte le norme per lo svolgimento dei ruoli, norme accessibili a tutti, comprensivi degli elementi comportamentali e affettivi adeguati ad ognuno di questi.
In questo modo i ruoli uniscono gli individui fra loro, perché faranno sì che si parli un linguaggio comportamentale comune. Grazie a questo effetto coesivo si può sostenere che i ruoli siano la base delle società, e delle istituzioni che la compongono.
Infatti l’individuo fa sua la cultura della società in cui vive, imparando a mettere in scena i ruoli da questa richiesti, ma la società stessa con le sue istituzioni è creata proprio dagli individui e dai loro ruoli.
Così mentre nella socializzazione primaria, che si verifica nella prima infanzia, l'individuo acquisisce le prime esperienze con un mondo già apparecchiato, nella socializzazione secondaria, si introduce nei nuovi settori della sua società, in maniera più attiva e cosciente: interiorizzando le istituzioni di cui farà parte, acquisendo le conoscenze legate ai vari ruoli (contenuti nella propria identità e con cui verrà a contatto) ma al tempo stesso portando a questi il suo contributo, attraverso gli stessi ruoli che si troverà ad interpretare.
Quindi le istituzioni danno sì le norme per i ruoli, ma i ruoli costituiscono le istituzioni stesse.
Durante la socializzazione secondaria, le conoscenze relative alle istituzioni faranno sì che l’individuo nell’eseguire un ruolo comunichi impressioni di se stesso compatibili con le qualità personali appropriate al ruolo e alla situazione, in quella determinata società. E al tempo stesso, sappia come giudicare i comportamenti delle altre persone, assegnando ad essi determinati ruoli. Inoltre acquisirà una tale conoscenza e saprà riconoscere i diversi ruoli che gli si presenteranno, con tutte le caratteristiche ad essi inclusi; riuscirà così a rendersi conto se determinati atteggiamenti sono consoni oppure no al ruolo che lui, o la persona a lui di fronte, sta mettendo in scena. A questo punto potrà confermare vecchi ruoli o iniziare il lungo processo che darà l'avvio alle entrate di nuovi ruoli, nuovi copioni e di conseguenza nuove istituzioni. Detto questo si comprende come sia importante lo studio dei ruoli e dei loro cambiamenti per comprendere la società che è, che è stata e che sarà.

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